Quante transazioni economiche facciamo durante una qualunque nostra giornata? Gli esempi non mancano: dall’andare in edicola al comprare un biglietto del treno, dal pagare l’affitto al pagare una multa (argh!), dal mandare all’amico la nostra quota mensile per la piattaforma di streaming condivisa a… fare una donazione. E se ne facciamo più di una durante la giornata, è molto probabile che utilizzeremo sistemi diversi: all’edicola magari pagheremo con Satispay; al nostro amico daremo i soldi in contanti; per il biglietto del treno useremo pagamenti digitali come PayPal o Google Pay. Insomma, oltre alle occasioni, i modi con cui fare queste transazioni sono diventati diversi, e sceglieremo il più adatto a seconda della situazione.
Fino a pochi anni fa non era così: per le transazioni con gli amici avevamo il contante, per quelle in ambito retail il contante o la carta (e neanche tutto il retail: conoscete tanti baristi che si facevano pagare il caffè con Amex?), per le transazioni con la Pubblica Amministrazione i “loro” metodi (F24, MAV), e per i pagamenti formali (ad es. l’affitto) il bonifico.
Poi sono successe una serie di cose, che messe in fila cominciano a delineare un percorso con una direzione, e cioè la progressiva smaterializzazione del denaro. I conti correnti online e il conseguente abbassamento dei costi dei loro servizi (ad esempio i bonifici). La nascita e la diffusione dell’e-commerce, e il successo delle prepagate e dei wallet. Il fenomeno fintech, che sta cambiando il nostro rapporto con i soldi e con le banche, e queste ultime, che si stanno dotando di servizi aggiuntivi attorno al conto corrente.
Le donazioni sono transazioni economiche, e quindi non fanno eccezione a quanto detto sopra. Nelle prossime righe vorrei dirvi la mia sul perché, a mio avviso, la vostra Organizzazione Non Profit dovrebbe disporre di più di un sistema di pagamento digitale, per le vostre raccolte fondi online, ma non solo.
Come diceva de Gregori, “I soldi non hanno odore”; ma il metodo con cui vengono inviati sì. Se ricevo un pagamento con Amex, ho si ricevuto un pagamento con una carta di credito, ma una carta con il suo costo (che può arrivare a 700€ annui di canone) e di cui sono emessi solo 120 milioni di esemplari nel mondo.
Se invece il donatore utilizza Satispay, significa che è uno dei 1,3 milioni di italiani che si sono iscritti al servizio e che, nelle parole di Satispay stessa, ha il profilo con “un’età solitamente dai 20 ai 50 anni, una persona con spese medio/alte, con buona istruzione e propensione all’uso di tecnologia”.
Insomma, la scelta del sistema di pagamento porta con sé un carico informativo rilevante, molto utile quando vogliamo capire abitudini e caratteristiche dei nostri donatori.
I vostri donatori possono arrivare da più touchpoint, e ciascuno di essi avrà il suo metodo di pagamento più adatto.
Personalmente, sono contrario a chi traccia un solco marcato tra il digitale e il mondo materiale (o, come spesso sento dire, “la vita vera”). Questo perché non è più un qualcosa di scollegato alle nostre vite, ma una dimensione delle stesse: gli amici che sento via email sono reali, e ho contatti con loro anche nel mondo materiale.
Secondo me per noi fundraiser, questo si traduce nell’integrare i canali. Perché chi ci ha fatto una donazione online non dovrebbe ricevere la nostra rivista cartacea? E al contrario, perché a coloro a cui mandiamo un mailing cartaceo non dovremmo permettere, nella stessa lettera, di donare anche tramite un QR code o un link? Se ci pensate, è solo un problema di volontà e di abitudini. Ma non dei donatori, che nella loro vita questa separazione tra digitale e materiale non la fanno più: di noi fundraiser!
Potremmo continuare, ma credo che ormai il punto di vista sia chiaro: quello delle donazioni digitali è un settore pieno di sorprese… ma già adesso possiamo coglierne diversi vantaggi, e iRaiser ti può aiutare a sfruttarne al meglio le potenzialità.
Se ti stai chiedendo perché scegliere una SaaS per il tuo digital fundraising, consulta il nostro articolo.