La pandemia ha così accelerato in qualche modo anche la startup di fundraising e insieme la transizione digitale della raccolta per il settore ospedaliero.
In quella che si definisce la seconda ondata europea, anche il settore culturale, che durante i primi mesi di emergenza sanitaria era stato per lo più silente, ha cominciato a sentire su di sé il peso di una diversa emergenza e ha cominciato a predisporre e lanciare le proprie campagne di fundraising.
Senza le risorse solitamente generate dalla vendita dei biglietti, musei, teatri, castelli e centri di produzione artistica devono necessariamente trovare nuove entrate non solo per garantire il finanziamento dei progetti ma, in alcuni casi, anche la propria sopravvivenza.
All’estero, indipendentemente dalla crisi, il fundraising non è una novità: in Francia per esempio il Museo del Louvre ha lanciato la sua prima campagna online nel 2010, il Château de Versailles ha cominciato a raccogliere fondi dal grande pubblico nel 2018, ma quest’anno anche altre importanti istituzioni come l’Institut de France o la Philharmonie de Paris hanno lanciato le loro iniziative. Il Louvre Lens, ha avviato una campagna per il grande pubblico durante il Giving Tuesday 2020 e il Teatro dell’Opera di Bordeaux, sta inaugurando una raccolta fondi rivolta al grande pubblico per l’inizio della stagione.
In Italia invece, come è stato per il settore sanitario, nella maggior parte dei casi si tratta di startup di fundraising, che visto il periodo particolare in cui viviamo utilizzano inevitabilmente una strategia digital first. Una di queste è stata la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, che ha lanciato una campagna di raccolta fondi subito dopo il primo lockdown.
La particolare situazione che tutto il mondo sta attraversando ha fortunatamente una nota positiva: andare ad una mostra, visitare un monumento, assistere a un concerto o vedere uno spettacolo sono attività di cui le persone non hanno più la libertà di godere e proprio per questo, cominciano ad essere più sensibili alla loro sostenibilità. Ora che tutto quello che consideravamo scontato e a portata di mano non è più così ovvio, le persone stanno diventando consapevoli di quanto le attività culturali siano essenziali per il loro benessere.
Per le istituzioni culturali che ancora esitano, ecco 5 motivi per lanciare la vostra campagna di raccolta fondi digital first adesso:
Inoltre, quando i tempi lo permetteranno, le strategie digitali potranno essere integrate anche on site in modo che possiate offrire l’opportunità di sostenervi digitalmente anche ai vostro visitatori fisici (ad esempio posizionando ipad o qr code lungo il percorso di visita).
Con un form di donazione efficace è possibile personalizzare la griglia delle donazioni per proporre importi adeguati alle donazioni precedenti dei donatori o specifici per un progetto che si desidera finanziare. Si possono anche personalizzare le mail di ringraziamento per ogni form di donazione e consolidare il rapporto con i donatori.
Grazie a una piattaforma digitale puoi raggiungere i tuoi visitatori in tutto il mondo.
I vostri appassionati dunque, già usufruiscono dei vostri contenuti anche in digitale: dopo aver permesso loro di ascoltare la vostra musica o vedere le vostre opere, potete ora chiedere loro un contributo. Le organizzazioni culturali hanno GRANDI contenuti: il digitale è il posto giusto per farli arrivare a più persone possibili anche in questo periodo.
Rispetto ai metodi tradizionali, come eventi o direct mailing cartacei, le campagne digitali hanno costi di startup inferiori e permettono di raggiungere potenzialmente molte più persone.
In un momento di difficoltà come questo, anche in questo caso è l’unione che fa la forza. Le organizzazioni culturali si trovano tutte ad affrontare la stessa sfida e se sempre più organizzazioni si troveranno a chiedere e stimolare il grande pubblico, contribuiranno – insieme – a democratizzare il dono valorizzando il patrimonio culturale nel suo complesso.
Una delle grandi regole del fundraising è “chi dona donerà”: perché il settore culturale dovrebbe essere diverso?
In conclusione, gli strumenti giusti per la raccolta fondi online possono consentire alla propria organizzazione culturale di raccogliere di più, risparmiando tempo e denaro. Hai pensato ad iRaiser?
E se vuoi saperne di più sui vantaggi del digital per il fundraising culturale, leggi il nostro articolo: "Fundraising culturale: Il digitale salverà la cultura?"