A differenza dei paesi anglosassoni, in Italia il sostegno delle istituzioni culturali con donazioni piccole e medie non è particolarmente diffuso. Spesso, quando si parla di donazioni e cultura si pensa a grandi donazioni a Mecenate e al mecenatismo: un ricco romano, il braccio destro dell’imperatore Augusto, che passò alla storia come protettore degli artisti e della cultura.
Ma come il mare è fatto di tante gocce, anche nella raccolta fondi per la cultura, ognuno con il suo piccolo contributo può fare la differenza.
Con l’emergenza pandemica e le difficoltà a cui il settore culturale ha dovuto far fronte il digital fundraising è diventato una risposta. Il benchmark 2020 di iRaiser parla chiaro: su 1,8 milioni di euro raccolti in Italia da oltre 30 clienti, l’11% è stato raccolto da 5 clienti del settore culturale (tutti hanno lanciato le proprie raccolte fondi nella seconda parte del 2020). E la donazione media si è attestata sui 120€, ben al di sopra di qualsiasi media tradizionale per le organizzazioni non profit.
Ma perché il fundraising, e soprattutto il digital fundraising, sono opportunità da cogliere ora? Abbiamo tante ragioni, ma ve ne diciamo tre:
Crisi o non crisi, pandemia o non pandemia, per non diventare d’elite le istituzioni culturali hanno bisogno di tante persone per sostenersi, e in questo momento anche il grande pubblico se n’è reso conto.
In un momento in cui le interazioni tra persone e i movimenti sono limitati, avere la possibilità di raggiungere tutto e tutti senza confini, direttamente sui propri smartphone fa decisamente la differenza.
Per le organizzazioni pubbliche in Italia c’è poi un’ulteriore possibilità. Nel 2014 il Governo Italiano ha istituito infatti l’Art Bonus: un’agevolazione fiscale per le donazioni a favore di alcune categorie di enti culturali gestiti dalla PA. Stiamo parlando di un 65% di credito di imposta ripartito in 3 quote annuali (con limiti di reddito diverso per individui e aziende). Un vantaggio che non trova precedenti in nessun settore! Questo tipo di incentivo è particolarmente vantaggioso anche per le piccole e medie donazioni. Per essere concreti riportiamo qui delle simulazioni
Nel 2020 con l’emergenza, le categorie degli enti beneficiari sono state ampliate e anche questa è un’opportunità da prendere letteralmente al volo. Il vantaggio fiscale non è la motivazione primaria per una donazione, ma è sicuramente un incentivo importante soprattutto per aumentare l’importo medio di donazione.
E come sopra citato, la cultura parte da una donazione media di base molto alta dove un incentivo del genere diventa ancora più importante.
Fino ad oggi l’Art Bonus è stato utilizzato prevalentemente per coinvolgere grandi donatori e aziende, ma se unito al digital fundraising moltiplica le opportunità di raggiungere sempre più persone, con possibilità magari inferiori ma con una grandissima voglia di partecipare. Esplicitare in maniera smart questo vantaggio aiuta il donatore e può aumentare la donazione media.
Nel digital fundraising gli strumenti fanno la differenza e per questo è importante avere un form di donazione che:
Coinvolgere i propri donatori “a casa propria”, ovvero sul proprio sito gestendo così l’intero processo di donazione, permette di fidelizzare il donatore sin dall’inizio: potrete quindi trasmettere per intero il vostro messaggio, governare la user experience della donazione digitale e avere sempre a disposizione i dati dei donatori.
Quindi carpe diem, il momento è adesso!
Consulta l'articolo di Massimo Coen Cagli per scoprire di più sul Fundraising culturale.